AL GRANDE MISSIONARIO DELLA POLITICA CARLO DONAT–CATTIN
Torino riconoscente intitola il Sottopasso di Corso Mortara
LAURA CAPPELLI, 01.03.2014
TORINO – Sotto un cielo grigio e freddo ancora tutto invernale, si è celebrata venerdì 28 febbraio la cerimonia d’intitolazione all’onorevole Carlo Donat-Cattin del sottopasso veicolare di Corso Mortara che collega corso Potenza con via Orvieto. Presenziavano all’evento numerose autorità civili, militari e religiose, familiari, giornalisti, fotografi, e comuni cittadini.
Nell’atmosfera postindustriale delle ex fonderie FIAT di Parco Dora, di cui si sono conservati colonnati e soffitti d’acciaio oggi trasformati in campi da tennis al coperto a beneficio dei residenti del quartiere, è sfilato il gonfalone della città di Torino decorato con la medaglia d’oro, mentre l’inno d’Italia riempiva l’aria conferendo alla scena un carico solenne denso di ricordi e significati legati ad un passato ancora troppo vicino perché sia dimenticato.
«Ricordare la figura e l’opera di Carlo Donat-Cattin è oggi per me un grande onore – ha esordito Giovanni Maria Ferraris, Presidente del Consiglio Comunale cittadino – oltre che un’occasione per ricostruire, sul filo della memoria affettuosa, avvenimenti e vicende che sono un pezzo importante della nostra storia e che tanta influenza hanno avuto su Torino e sull’Italia della seconda metà del novecento». Il Presidente ha continuato tratteggiando la personalità e la vita dello storico dirigente della Democrazia Cristiana, definendolo «interprete di primo piano di una stagione politica vissuta con intensa passione civile e coraggiosa intraprendenza».
Nato a Finale Ligure nel 1919, Carlo Donat-Cattin si trasferisce ancora bambino a Torino, città natale del padre Attilio, e presto aderisce alla Gioventù italiana di Azione Cattolica. Fin da ragazzo nutre un forte interesse per il giornalismo, e collabora con “L’Italia” e “L’Avvenire d’Italia”. Quando scoppia la Seconda Guerra Mondiale, Donat-Cattin entra nelle formazioni partigiane, partecipando alla Resistenza a Ivrea e alla fondazione della DC nel territorio. Finita la guerra, affianca al suo lavoro di giornalista anche quello di sindacalista, e presto diventa il principale leader della CISL. Nel 1951 è eletto Consigliere comunale a Torino. «Era un politico moderno– ha continuato Giovanni Ferraris – convinto della centralità della sua città, e sempre attento ai cambiamenti della società e all’importanza giocata dalle grandi forze collettive». L’ascesa di Carlo Donat-Cattin non si arresta: diventa segretario provinciale della DC, due anni dopo è eletto deputato in Parlamento, e nel ‘63 fa parte del primo governo Moro. Durante il turbolento “autunno caldo” del ’69, è alla guida del Ministero del Lavoro: è proprio durante questo momento così critico per il paese che «il coraggioso e caparbio democristiano, grazie al dialogo con tutte le parti sociali, riesce a superare fortissime opposizioni e a giungere alla positiva soluzione di delicate vertenze contrattuali, legando infine il suo nome all’approvazione dello Statuto dei lavoratori, nel 1970». In seguito, diventerà ministro per gli interventi straordinari nel Mezzogiorno, ministro dell’Industria e della Sanità, per poi tornare di nuovo alla guida del ministero del Lavoro.
A conclusione del suo discorso, il Presidente del consiglio comunale ha voluto rilevare che: «Oggi la città di Torino dedica a Carlo Donat-Cattin, una delle personalità più autorevoli della storia contemporanea italiana, un doveroso tributo di riconoscenza per l’impegno appassionato profuso al servizio della democrazia per oltre 40 anni».
Dopo il discorso di Giovanni Ferraris, ha preso la parola il figlio dell’ex leader democristiano, Claudio Donat-Cattin: «Ringrazio a nome della famiglia Donat-Cattin e della Fondazione, l’intera città di Torino che ha voluto dedicare a mio padre quest’opera. Un viadotto che attraversa uno dei cuori industriali della città: qui sorgevano le cattedrali dell’industria, dove migliaia di operai svolgevano un lavoro duro, faticoso e anche pericoloso. Carlo Donat-Cattin li conosceva bene perché è cresciuto, dopo l’impegno nella Resistenza, alla scuola del sindacalismo torinese e si è formato e plasmato sui problemi del lavoro e dell’industria in consiglio comunale.Mio padre sarebbe onorato di segnare una tappa dello sviluppo post-industriale nella speranza che il tramonto della grande industria non spenga il futuro di Torino e del suo hinterland. Ha avuto sempre al centro del suo agire il nodo della giustizia sociale e della difesa dei diritti dei più deboli nei confronti dei poteri forti, una posizione che ha espresso ancora negli anni ’90 quando, in concomitanza con il vertice europeo dei ministri del lavoro ha lanciato un segnale forte per lo sviluppo dei valori cristiano-sociali in difesa dei lavoratori».
Lasciato il podio, Claudio Donat-Cattin ha quindi raggiunto la targa stradale del sottopasso coperta da una bandiera tricolore. Uno strappo veloce, un po’ di commozione, e il nome di un indiscusso protagonista della storia politica italiana è apparso nero su bianco: “Carlo Donat-Cattin, 1919 – 1991, politico”.
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Fotogallery di © Carlo Cretella – 28 Febbraio 2014
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